PROGRAMMA GENERALE
PRESENTE, PASSATO E FUTURO
LA CULTURA GIAPPONESE IN TUTTE LE SUE FORME

TAMBURI TAIKO
I tamburi giapponesi per eccellenza
Scopri di più
Il ”Taiko” è la percussione tradizionale della cultura Giapponese. Le antiche origini del taiko non sono chiare e rimangono avvolte in varie ipotizzazioni. Una scultura Haniwa (antica argilla giapponese) raffigurante un percussionista con un tamburo risalente ai secoli 600-700 d.c. dimostra la sua effettiva esistenza sin da quel periodo. La somiglianza con il tamburo Cinese e quello Coreano è all’apparenza molto alta, e non si può escludere una forte influenza da parte di queste due culture a loro volta influenzate enormemente da tutta l’India soprattutto attraverso il Buddismo.

SHODO
Impara a scrivere in giapponese
Scopri di più
La calligrafia giapponese è una delle arti tradizionali più conosciute e ammirate del Sol Levante, ma risulta ancora complesso in Occidente riuscire a coglierne l’immenso valore culturale. Il nome di questa pratica, shodō, si traduce letteralmente in “via della scrittura” ed è un’arte estremamente antica e sentita, tanto da essere praticata ancora oggi a scuola e all’università. I valori che definiscono la calligrafia sono semplicità, bellezza e connessione profonda tra la propria mente e quanto si va a delineare sulla carta. Come molti altri elementi oggi topici del Giappone anche lo shodō ha origine cinese, e la scrittura è giunta nel paese del Sol Levante nel VI secolo dopo Cristo grazie a esperti calligrafi che copiavano dagli originali cinesi testi e poesie per assimilarne la complicata arte. Fu in epoca Heian (794-1185) che l’invenzione di un alfabeto tutto giapponese (hiragana) segnò un punto di svolta e diede origine ad un nuovo stile di scrittura tutto nipponico. La pratica della calligrafia si è legata sempre più inscindibilmente al buddhismo zen, dai cui valori trae una fonte preziosa di ispirazione e fondamento. Come il pennello che scrive non deve mai staccarsi dal foglio, il calligrafo deve tenere unite la propria mente e la propria anima per evitare di scrivere caratteri vuoti. L’opera, affinchè sia pregna di significato, deve proporsi come ricca di emozioni, personalità e sentimento, ed è anche per questo che si ritiene lo shodō una parte del cammino verso l’illuminazione: molti giapponesi ancora oggi si servono della pratica della calligrafia per ritagliarsi momenti di totale concentrazione e rilassamento, meditando attraverso la scrittura. Il principio di questa usanza affonda le radici nello studio originale della calligrafia stessa, praticata dai monaci zen con il medesimo obiettivo. Per una buona scrittura occorrono la pratica costante e una particolare condizione mentale priva di pensieri, detta “mushin”: solo concentrandosi sulle parole da scrivere, infatti, sarà possibile crescere e nobilitarsi in questa arte. Avvicinati anche tu al mondo dello shodō e muovi i tuoi primi passi nella via della scrittura grazie alle attività del Festival dell’Oriente, operate dalla rinomata scuola Kanyukai, qui rappresentata da Shohei Tsuruno, e dalla Maestra Ayumi Togo. Presso il loro spazio potrai prendere parte a laboratori di calligrafia e lingua giapponese, prove di scrittura e portare con te a casa una selezione di strumenti professionali per coltivare una nuova passione.

CERIMONIA DEL TÈ
L’arte degli infusi
Scopri di più
Tra le usanze più rappresentative e iconiche della cultura e della storia giapponese non si può che pensare alla secolare arte della Cerimonia del Tè. La pratica del Chanoyu fa perno sui quattro principi del “Wa, Kei, Sei, Jaku”, indicanti l’armonia, il rispetto, la purezza e la tranquillità: sotto la guida di grandi maestri e maestre, anche il bere una tazza di tè si trasforma infatti in un rituale complesso e articolato che trasuda bellezza e ristora l’anima. L’usanza pare nata nei primi secoli dopo Cristo nell’antica Cina, dove i monaci accompagnavano alla meditazione davanti alle statue sacre l’atto di sorseggiare del tè per stare svegli grazie alle sostanze eccitanti della bevanda. Una leggenda attribuisce al leggendario fondatore di questa filosofia, Bodhidharma stesso, la “generazione” della pianta del tè: questi, addormentatosi incautamente durante la meditazione, al momento del risveglio si strappò le palpebre per impedire nuovamente l’assopimento e le gettò via. Da queste nacquero le prime piante del tè. In Giappone il tè giunse intorno all’XI secolo grazie al Monaco Eisai, che lo portò con sè dalla Cina. Nei secoli successivi, quando sanguinosi conflitti presero a flagellare il Giappone, la cerimonia del tè divenne un modo per riflettere e ricavare uno spazio intimo per l’anima dove stare al sicuro da paure e immagini mortifere. Si svilupparono diverse scuole di Chanoyu, fino ad arrivare alla codifica più significativa ad opera del Monaco e maestro Sen no Rikyū (1522-1591). Tra i suoi numerosi e diligenti discepoli figura anche un’antenato della nostra Maestra del Tè Kaoru Kobayashi, erede di una tradizione familiare di Chanoyu di oltre cinque secoli.

SUIBOKU-GA
Le tecniche di pittura tradizionale
Scopri di più
Il suibokuga è uno stile di pittura monocromatica caratterizzato dall’uso di due soli elementi, l’inchiostro nero (sumi) e l’acqua. Benchè ingannevolmente semplice, l’arte suibokuga si serve di questi due materiali apparentemente banali per creare un mondo complesso di luce, forme e persino texture. Il pennello impiegato per il suibokuga è spesso realizzato in bambù e vari tipi di peli di animali, tra cui lupo, coniglio e pecora. Un pennello di alta qualità può essere realizzato in pelo di donnola, forte e leggero, mentre il manico è tipicamente in legno di pino mescolato a colla di base animale. In Giappone si usano tipi di carta come il washi e l’hanshi, mentre l’acqua viene utilizzata per schiarire l’inchiostro e creare diverse sfumature, dette “noutan” in giapponese. Modulando l’intensità del pennello, l’artista crea texture, graffi, forme e sfocature. I primissimi dipinti a inchiostro introdotti in Giappone riprendevano gli stili tradizionali cinesi, con poesie e dipinti. Tuttavia, nel corso del tempo, gli artisti giapponesi hanno creato le proprie scuole distintive, portando allo sviluppo del suibokuga che abbiamo oggi. Il più famoso di questi artisti fu probabilmente Sesshu Toyo. Sacerdote buddista zen, Toyo studiò i dipinti delle dinastie Song e Yuan in Cina prima di portare il suibokuga in Giappone. Si dice che Toyo sia il pittore che ha superato la pittura cinese e ha creato un nuovo stile di pittura giapponese: le sue composizioni solide e l’eccellente senso del colore e della luce sono considerate l’apice della pittura a inchiostro in Giappone. Le sue opere hanno esercitato una forte influenza sulle future generazioni di pittori e sono il motivo principale della fioritura del suibokuga nel periodo Muromachi (1336 – 1573). Esplora e conosci il meraviglioso mondo della pittura a inchiostro giapponese al Festival dell’Oriente con la pittrice Yoshiko Kubota.

GIOCOLERIA ACROBATICA
L’arte dell’equilibrio insito in ogni cosa
Scopri di più
La performance di Senmaru appartiene ad un genere tradizionale giapponese, chiamato “Edo-Daikagura“. Questo tipo di giocoleria si ispira ad un’antica e sacra tradizione propiziatoria: per scacciare gli spiriti maligni e ingraziarsi gli dei nei sacri templi, gli uomini si destreggiavano in complesse manipolazioni di oggetti, come il ventaglio e l’ombrello. Quest’antica tradizione giocularia, un tempo investita di profonda sacralità, è oggi una popolarissima, ma ancora molto complessa, forma di intrattenimento.
